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Articolo Natale, ecco la Salvezza!

Natale, ecco la Salvezza!

Oggi è Natale e festeggiamo l’inizio della nostra salvezza, anzi festeggiamo l’arrivo della Salvezza stessa: la presenza del Salvatore in carne e sangue!
Le parole della liturgia di questi giorni, le riflessioni dei padri della Chiesa, le profezie dei santi ci parlano di questa salvezza ormai presente, della gioia per tutta l’umanità in attesa ma in effetti vediamo solo un bambino indifeso.
Di più, sappiamo benissimo che le vicende di quella storia di 2022 non si rasserenarono subito, anzi: oltre alle solite guerre e ingiustizie, di lì a poco le stesse famiglie della piccola Betlemme avrebbero sperimentato una delle disgrazie peggiori da immaginare, la strage degli innocenti.
La salvezza è con noi, anzi, il Salvatore è arrivato ma non siamo messi al sicuro dalle tremende prove della vita. In effetti proprio il Salvatore in fasce vivrà da subito il disagio e la povertà e poi fatiche e persecuzioni, alla fine di incomprensioni e ingratitudini incalcolabili. Ma è qui la chiave di tutto!
Noi siamo abituati a pensare alla vita di Gesù come un tranquillo soggiorno terrestre con un finale glorioso con una penultima parentesi di dolore, ovvero la dolorosa passione di Gesù. Ma non consideriamo mai abbastanza che il sacrificio del Salvatore, ciò che rende Gesù il Salvatore più di qualsiasi miracolo di guarigione o liberazione, inizia molto prima: nella sua incarnazione.
Non consideriamo mai abbastanza, perché non la capiremo mai del tutto, la sublime umiliazione dell’incarnazione nel grembo verginale per il Dio che “l’universo stesso non può contenere”. La passione di Dio inizia nel suo essere in mezzo a noi, nella fragilità di una carne umana. Il suo sacrificio inizia ed è inscindibilmente legato alla sua reale presenza.
Il Dio bambino nella grotta di Betlemme comincia a mostrare la sua passione per noi.
Umanamente questo lo possiamo capire bene: il sacrificio di una madre o un padre per il proprio figlio si esprime inizialmente e primariamente con la sua presenza, costante e silenziosa (senza pretese), nella quotidianità della sua vita. Un genitore assente non può certo aspettare gli eroismi delle occasioni estreme di pericolo per esprimere la sua passione per il proprio figlio, deve essere prima di tutto presente nell’ordinario. E chi sarà fedele nel poco sarà fedele nel molto (cfr Lc 16, 10).
Dio esprime al meglio la sua passione d’amore per le sue creature nella sua costante presenza in mezzo a noi, nel condividere i pericoli e i dolori, le ingiustizie e le umiliazioni. Una presenza che non si accontenta di essere spirituale ma dev’essere carnale.
Dio ci salva non togliendoci il dolore e il combattimento ma condividendolo in pieno e insegnandoci a trasformarlo. Dio viene a liberarci dalla morte, trasformandola in una sorella che apre la strada all’avventura più grande.
Dio inizia a regnare dal trono della croce nel momento in cui decide di nascere in una mangiatoia, Dio inizia a salvare la nostra carne nel momento in cui l’accoglie, nel grembo della Vergine Maria.
In ogni momento in cui la Chiesa ripresenta il sacrificio eucaristico, questo mistero è intrecciato con l’incarnazione: non potrebbe essere un vero sacrificio, per quanto incruento, se non fosse reale e sostanziale la presenza.
Dio avrebbe potuto salvarci perfettamente anche rimanendo impassibile nella gloria del paradiso, a Lui nulla è impossibile: avrebbe potuto benissimo evitare il dolore, l’umiliazione, la fatica e l’ingratitudine di quei 33 anni sulla Terra, senza diminuire la sua gloria e la nostra salvezza. Semplicemente con il suo Natale ci ha dimostrato e ci dimostra la sua vera passione per noi!
Buon Natale di Gesù!

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