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Articolo Chiesa dolce casa

Chiesa dolce casa

C’è un famoso detto americano che ormai è usatissimo anche in Italia, che ci parla dell’insuperabile dolcezza della propria casa: casa dolce casa (home sweet home).

Giocando su queste parole un famoso teologo americano ha intitolato il racconto del suo ingresso nella casa universale, la Chiesa cattolica: “Roma dolce casa” (nell’originale “Rome sweet home“, si capisce ancor meglio il gioco di assonanze). Dopo circa trent’anni da questo successo mondiale, tradotto in tutte le lingue, Scott Hahn è diventato uno dei teologi più seguiti al mondo e punto di riferimento per i cattolici, soprattutto di area anglofona. Il suo passato da pastore e teologo protestante, nella teologia calvinista del presbiterianesimo americano, gli permette di dare risposte concrete e illuminanti a coloro che hanno maggiori difficoltà nell’accogliere la realtà sacramentale e l’importanza della Tradizione della Chiesa nella personale vita di fede.

Sicuramente l’impatto della sua testimonianza è stato tremendamente utile a migliaia di cristiani lontani dalla Chiesa per poter “tornare a casa” (l’autore ha contribuito alla formazione di una grande associazione in America chiamata “coming home network” e che raccoglie migliaia di testimonianze di conversioni al cattolicesimo, o meglio di ritorno alla casa comune!) e a moltissimi cattolici per riscoprire la radice profondamente biblica del proprio depositum fidei.

Nella nostra parrocchia abbiamo avuto la possibilità in questi ultimi mesi di conoscere la sua opera attraverso alcuni titoli appena tradotti in italiano: oltre all’ormai classico “Roma dolce casa” (in Italia presente da molti anni) e a “la Cena dell’Agnello” (la Messa come chiave d’interpretazione dell’Apocalisse, anch’esso presente nel mercato italiano da alcuni anni) si sono aggiunti “un Padre che mantiene le promesse” (una straordinaria e semplice guida alla lettura di tutta la Bibbia) e “il Quarto Calice” (il racconto di una scoperta biblica che permette di vedere il legame tra l’ultima cena e il Calvario). A breve uscirà anche “Salve Regina” (la fondazione biblica della devozione mariana).
L’opera di quest’autore e di tanti autori statunitensi contemporanei (vedi anche Peter Kreeft, Brand Pitre, John Bergsma et c.), accomunati da un passato nelle comunità protestanti in cui non solo la Sacra Scrittura è studiata approfonditamente ma è anche vissuta con estrema serietà, è preziosissima per farci capire la peculiarità della dimensione della cattolicità: attraverso la comunione sacramentale nell’unica Chiesa, radicando le ragioni della nostra speranza nella continuità della testimonianza apostolica lungo tutti i secoli, noi possiamo passare dall’avere una sincera relazione con Gesù ad avere una reale intimità con la Trinità stessa!
Attraverso i sette sacramenti Dio viene a santificare ogni dimensione della nostra realtà, anche la nostra carne e nelle loro celebrazioni liturgiche, soprattutto nell’Eucaristia che è il culmine dei sacramenti della Chiesa, riviviamo e riproponiamo al mondo il compimento di tutte le promesse della storia della salvezza.

La dimensione domestica della Chiesa cattolica ci parla soprattutto della famiglia che Dio ha nei suoi progetti sin dall’inizio dei tempi: nei sacramenti infatti noi abbiamo non soltanto la dimensione del perdono dei peccati ma la glorificazione a figli adottivi, fratelli del Cristo stesso! La vera comunione, sostanziale e non simbolica, ci trasforma in Dio fino alla carne. La semplice alleanza di intenti, che si riconosce in tutti i passaggi della Sacra Scrittura, da contratto tra peccatori e Creatore diventa un’alleanza familiare che rende più che consanguinei. La stessa figura del Papa (dal greco “papas”, papà) è un’immagine potentissima di una guida paterna di Dio verso i suoi figli e non verso semplici debitori.

Il famoso diacono Alex Jones, celebre ex-predicatore pentecostale americano diventato diacono nella Chiesa cattolica, per descrivere la sua conversione da figlio protestante rientrato finalmente nella Chiesa, usava la similitudine di una grande casa con un grande giardino intorno: molti figli giocano in questo grande giardino intorno a questa grande casa, ma non entrano e bivaccano all’esterno. Girano tante voci sul fatto che dentro quella casa avvengano cose misteriose e per paura non si affacciano neanche all’ingresso ma rimangono comunque nel suo giardino e nella sua proprietà. Chi osa varcare la soglia verifica che in effetti ci sono talvolta infissi da risistemare, camere da ritinteggiare, tubi da riparare ma che si ha lo stesso il calore del focolare e il conforto del cenacolo. Chi entra nella grande casa può godere di tutto il conforto di una realtà familiare e della libertà di tutta la sua proprietà, chi rimane solo nel giardino vive come sentendosi un ospite sospettoso. Il grande giardino è il grande kerigma, il primo annuncio della salvezza cristiana, ciò che la Chiesa ha costruito intorno a sé per accogliere il mondo, la grande casa è la Chiesa con tutta la sua struttura, che custodisce e conserva tutti i mezzi della salvezza.

Nella Chiesa universale accomunata da un solo papà, abbiamo il privilegio di sentirci parte anche sensibilmente della famiglia di Dio, anzi che è Dio stesso (“la Trinità è famiglia”, cit. San Giovanni Paolo II).

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